Liguria di Ponente: un viaggio di vino

Liguria di Ponente: un viaggio di vino

Liguria di Ponente è stata la meta del viaggio de ‘Le Donne del Vino Campania’, alla scoperta dei vini e del territorio

È un angolo di Liguria sicuramente meno noto quello della Riviera di Ponente, che parte dal savonese e si estende per circa 150 km fino al confine con la Costa Azzurra. Una Liguria sicuramente meno “griffata” ma che racchiude luoghi inaspettati e persone genuine. Un luogo costellato da numerosi borghi medievali ancora perfettamente intatti, immersi in una natura incontaminata che raccontano storie di prodotti coltivati con fatica e passione, nonostante la natura impervia che caratterizza quest’area.

Prima tappa Dolceacqua
Siamo nella patria del Pigato e del Rossese. Il percorso è piacevole e il nostro formidabile autista Salvatore di Salvatour, ci illustra il paesaggio costiero. Le condizioni climatiche non aiutano, il grigiore plumbeo sovrasta le nostre teste, ma la voglia di scoprire questi luoghi inesplorati e la simpatia di Salvatore rende tutto meno pesante. Finalmente arriviamo all’azienda Altavia, della socia Chiara Formentini.
La storia dell’azienda inizia nel 2002 quando i due amici Savino Luca Formentini, fratello di Chiara, e Gianni Arlotti acquistano i vigneti nel territorio del Dolceacqua DOC. Così inizia l’avventura dell’azienda Altavia. Inizialmente, i 5 ettari di vigneto sono coltivati a Rossese. In un secondo momento si aggiungono alla produzione: Vermentino, Syrah, Vionier e Carignano. Oggi, la cantina è gestita completamente da Chiara e la produzione è di 40.000 bottiglie.

Il magico villaggio di Apricale
Apricale è un borgo medievale molto amato dagli artisti, arroccato su uno sperone roccioso, costellato di murales e case antiche. Il Castello della Lucertola, oggi museo e centro culturale è il vero protagonista del luogo. Molto amato dai turisti perché custodisce un mistero mai svelato. Si racconta che in questo castello aleggi lo spirito della contessa Cristina Anna Bellomo, donna bellissima vissuta ad Apricale nei primi del Novecento. Sarà vero?

Cantina Vio Giobatta. Un mondo di Bio
Con il mistero ancora nella mente, riprendiamo il nostro tour e ci dirigiamo nel savonese, precisamente ad Albenga, dove visitiamo il Museo dell’olio di Sommariva e le bellezze storico architettoniche della cittadina. Poi, partiamo per l’Agriturismo Cantina Biologica Vio Giobatta.
Bastia è la sede dell’azienda, qui l’uso di pesticidi e di concimi chimici è bandita. Aimone racconta che la sua famiglia non ha fatto altro che perpetuare le abitudini del passato. Coltivare in biologico non è una scelta, né una questione tecnica, né tantomeno economica. È semplicemente un dogma che fa riferimento alla tradizione familiare e del territorio. Dopo un rapido giro nei locali di vinificazione, Aimone e la moglie, Chiara, ci parlano del Pigato, vitigno principe di questo territorio. Segue un racconto sulle altre varietà del territorio: Vermentino, Granaccia e Rossese Campochiesa. Degustiamo tutti i vini della gamma aziendale, accompagnati dalle delicate zucchine Trombetta e dai profumi delle erbe aromatiche.

Le donne del vino della Campania con Cinzia Mattioli
Le donne del vino della Campania con Cinzia Mattioli

Da Cinzia Mattioli a Verezzi
Da Bastia giungiamo a Verezzi, località costiera in provincia di Savona, dove ci aspetta la socia Cinzia Mattioli, sommelier e proprietaria del Ristorante DOC, che ci accoglie e ci accompagna alle splendide Grotte Valdemino, note come Grotte di Borgio Verezzi, cavità carsiche ben note agli abitanti del luogo, ma scoperte ufficialmente soltanto nel 1933. Ci rechiamo alla terrazza panoramica del Ristorante Il Cappero di Borgio Verezzi godiamo dello paesaggio e del mare in lontananza. Poco più tardi ci ritroviamo al ristorante DOC, un’ elegante Villa del ‘900, impreziosita da un ampio giardino e uno spazio esterno ben curato. Cinzia ci fa accomodare e con offre un calice di Lumassina, un vino spumantizzato prodotto dall’omonimo vitigno e originario della zona di Savona. La serata è resa magica dalle tante specialità gastronomiche a base di pesce elaborate dallo Chef Patron Paolo Alberelli.

Una degustazione speciale da Giovanna Maccario
Di buona mattina incontriamo Giovanna Maccario, produttrice tenace e caparbia, che pur essendo architetto, si è fatta travolgere dalla passione e dalla tradizione familiare. Per lei il vino si fa in vigna, con fierezza e orgoglio ci conduce nelle sue vigne e ci spiega le mille difficoltà che la gestione di quest’uva comporta.
Nella sua piccola cantina, situata a San Biagio della Cima in provincia d’Imperia ci presenta la batteria di Rossese, dove sottolinea con fierezza che tutti i suoi vini fanno solo acciaio.
Partiamo dal suo Rossese classico e in successione proviamo il Rossese di Dolceacqua DOC Brae, per poi passare ai suoi cru, il Superiore del Vigneto Posaù, da vigne di settant’anni esposto a sud-est, scosceso e situato a un’altitudine 250 slm. il Posaù Riserva Biamonti, provenitnte sermpre da vigne selezionate dell’omonimo vigneto, il Rossese di Dolceacqua Superiore Vigneto Luvaira, le cui uve invece provengono dal vigneto esposto a sud ovest su un altipiano a 330 slm, dove ci sono tre parcelle una delle quali di oltre 100 anni. Chiude la batteria il Curli, un Rossese che proviene da una vigna storica che Veronelli definì come “la Romanée Conti italiana”.

La Cantina di Giulio Gajaudo
Salutiamo Giovanna e incontriamo Giulio Gajaudo, che insieme alla figlia maggiore ci racconta la sua storia. Visitiamo la cantina e assaggiamo insieme le diverse referenze accompagnate da crostini, olive taggiasche e da una classica e saporita pasta al pesto ligure. Nonostante il caldo decidiamo di visitare la storica vigna di Arcagna. Ci siamo addentrate nei filari, apprezzando la vigoria di viti così antiche, sotto il sole cocente.

Bordighera come un quadro di Monet
Siamo poi ripartite alla volta di Bordighera, piccola e deliziosa località di mare dall’anima inglese. Il luogo è impreziosito dagli spettacolari giardini, dalla villa della Regina Margherita, oggi museo. La vecchia Bordighera, si erge in alto, sembra un quadro di Monet, con le sue casette, le scalinate e i vicoletti che sfociano nelle tante piazzette e in diversi belvedere. Sul ‘belvedere’ che affaccia sulla piazza della Pace e che punta sul mare si trova la Cicala, il ristorante di Cristina Volcan, che ci accoglie e ci propone una fresca cucina di tradizione e di mare. Ormai il fascino del Rossese ci ha conquistato, manca ancora un ultimo giorno prima che il nostro viaggio volga al termine e vista la vicinanza con i cugini francesi, abbiamo pensato di dirigerci verso la Costa Azzurra, optando per una visita piuttosto inusuale.

Le donne del vino della Campania
Le donne del vino della Campania

Ultima tappa. Tutti a Cannes
Arrivati a Cannes, prendiamo il traghetto che ci conduce all’isolotto di San Onorato, dove vige ancora la regola dell’ora et labora. Approdate sull’isola percorriamo la strada verso l’antico monastero, godendo del panorama che offre la terrazza. La curiosità di assaporare i vini dei monaci è tanta, percorriamo il vigneto, dove ci attende un piccolo banchetto e calici alla mano proviamo le produzioni isolane, dalla cuvée Saint Pierre Blanc alla cuvée Saint Honorat rouge , per concludere, in bellezza, con il leggendario Pinot Noir. L’acqua cristallina è di richiamo e prima di far ritorno sulla terra ferma, ci concediamo un bagno ristoratore. Da Cannes ripercorrendo la strada a ritroso, in posizione strategica a pochi minuti dalla Baie des Anges e non lontano dall’aeroporto internazionale di Nizza, si erge lo Chateau de Cremat, che si distingue come uno dei gioielli della denominazione dei prestigiosi vini Bellet. Questo piccolo vigneto è tra i più antichi di Francia, ed è forse l’unico vigneto, situato nel cuore di una grande città.

Felici di tante bellezze e peculiarità sulla via del ritorno ci fermiamo a Dolceacqua, percorrendo l’antico ponte e i suoi antichi carrugi. Come degna conclusione di questa interessante “avventura”, ci attende la cena, circondate dai vigneti di Arcagna illuminati dalla luna, sorseggiando il Roccese bianco e rosso di Airole, in compagnia di Chiara e Salvatore che ci hanno trasmesso in modo diverso l’amore per questa splendida terra.

Fosca Tortorelli
Donna del Vino della Campania

 

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-size: initial;background-position: top center;background-attachment: initial;background-repeat: initial;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 200px;}