Freisa, vino del Piemonte raccontato da Valeria Gaidano

Freisa, vino del Piemonte raccontato da Valeria Gaidano

Freisa, vino del Piemonte raccontato da Valeria Gaidano dell’azienda agricola Tenuta Tamburnin

La coltivazione del Freisa, un vitigno tipicamente piemontese, ha origini antiche anche se difficili da rintracciare avendo nomi differenti da quello conosciuto oggi. Grazie ai monaci Agostiniani dell’Abbazia di Vezzolano, che ne preservarono la coltivazione e favorirono la diffusione, oggi le uve sono coltivate nelle colline del Monferrato e nella Collina Torinese. Ed è proprio a pochi chilometri a sud dell’Abbazia, in quell’oasi di verde, che dal capoluogo piemontese si apre verso l’astigiano, meta privilegiata delle gite fuori porta domenicali, che si trova l’azienda Tenuta Tamburnin.

Sono dolci colline che lambiscono il versante sul del grande fiume Po’, sono ricche di vegetazione e di boschi, che trovano nel comprensorio di Castelnuovo don Bosco una delle aree più vocate della coltivazione delle uve Freisa.

La Freisa d’Asti Superiore “Le 3 Seuri” e Valeria Gaidano dell’azienda agricola Tenuta Tamburnin.
La Tenuta Tamburnin, le cui origini risalgono alla seconda metà del 1700 è sita a Castelnuovo Don Bosco, nel Basso Monferrato Astigiano, un territorio che, avendo dato i natali a San Giovanni Bosco, è riconosciuto da sempre come “Terra di santi e di vini “.
La Tenuta, sita soltanto una ventina di chilometri da Torino ed una decina da Chieri fu chiamata così dal suo fondatore, l’ufficiale Giuseppe Clerico, il quale si ispirò ai “tamburi” che si era soliti far rullare durante le avanzate del regio esercito dei Savoia per incitare le truppe della fanteria in fase di attacco ai nemici.
Si tratta di un luogo storico e di un edificio di grande pregio, per questo il comprensorio della Tenuta Tamburnin, è sotto la salvaguardia dei beni di interesse storico e paesaggistico.
Dall’estate 2004 è di proprietà delle sorelle Gaidano: Elena, Valeria e Claudia. Queste hanno intrapreso la strada della preservazione del territorio e dal 2017 le coltivazioni sono in conversione biologica.
I nove ettari di vigneto raggruppati in un corpo unico, formano un suggestivo anfiteatro attorno agli edifici storici dell’azienda. Sono lavorati ad un’altitudine di circa 300 metri s.l.m, su terreni arigillosi – ferrosi con una sensibile presenza di argille rosse.
I vitigni coltivati, che danno vita ai vini della Tenuta Tamburnin sono autoctoni e tipici del territorio quali Freisa, Malvasia, Bonarda, Barbera e Nebbiolo.
Inoltre la Tenuta Tamburnin dispone di un piccolo wine resort con quattro camere ed una splendida location per gli eventi.

La Freisa d’Asti Superiore “Le 3 Seuri”

Il vino è una dedica di papà Piergiorgio alle sue tre figlie: Elena, Valeria e Claudia.
E’ ottenuto dalla lavorazione dell’uva Freisa, prodotta nell’antico vigneto di settant’anni “La conca d’Oro”, fiore all’occhiello dell’azienda Tamburnin.
La buona qualità di partenza delle uve, abbinato ad una maturazione nelle botti di rovere –calibrata nel rispetto delle caratteristiche dell’annata-, fanno di questo Freisa un vino che stupisce il consumatore, donando al palato una sensazione di aggraziata pienezza.

Dal color rosso granato, il vino presenta all’olfatto sentori di piccoli frutti rossi maturi che si evolvono in profumi più complessi, legati a sensazioni speziate e di frutta matura.

“Le 3 Seuri” è ottimo quando abbinato ai funghi porcini fritti, un piatto che adoro, e lo berrei insieme a Stefano Accorsi.

Valeria Gaidano dell’azienda agricola Tenuta Tamburnin.

“Dalla noia della Banca alla gioia della vigna”, queste poche parole spiegano in parte la mia storia.

Io e la mia famiglia ci siamo innamorati di Tenuta Tamburnin e del suo contesto paesaggistico nel 2004, quando nell’estate fu poi acquistata, totalmente da ristrutturare.
Sino al 2010 era la mia passione nei week end, la boccata d’aria nella natura visto che in settimana lavoravo in Banca a Torino.

Nel luglio del 2010 la scelta di lasciare il lavoro per dedicarmi completamente, ed a tempo pieno, all’azienda. Un vero e proprio cambio di vita che, se tornassi indietro, rifarei altre 1.000 volte!

Questa di vignaiola è una professione abbastanza complessa, soprattutto per una donna, ma dona tante e impagabili soddisfazioni.
La nostra è una piccola cantina a conduzione familiare, ed è una realtà in cui la flessibilità e lo spirito di adattamento nel fare un po’ di tutto sono condizioni indispensabili.

Non ho una donna di riferimento, mi piace spesso ispirarmi ad un modello tenace e caparbio quale penso di essere io.
Non discendo da una famiglia di vignaioli, e penso che la sfida sia ardua ma non impossibile, per questo perseguo il mio motto, semplice e determinato: “Chi la dura la vince”.”

Tenuta Tamburnin, frazione Bardella, 2/4 – Castelnuovo Don Bosco – www.tamburnin.it

Contributo raccolto a cura di Cinzia Tosetti, giornalista e Donna del Vino

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