Giovanni Bartolozzi, la storia della Vetreria Etrusca

Giovanni Bartolozzi, la storia della Vetreria Etrusca

Giovanni Bartolozzi racconta alle Donne del Vino la storia entusiasmante della Vetreria Etrusca durante il loro viaggio in Toscana.

Siamo al Casato Prime Donne di Montalcino e insieme a Giovanni Bartolozzi ci sono 20 Donne del Vino di tutta Italia a cui la Vetreria Etrusca ha offerto il bus per viaggio in Toscana. A loro Bartolozzi racconta come ha creato dal niente una delle vetrerie più importanti d’Italia.

Giovanni Bartolozzi e Donatella Cinelli Colombini
Giovanni Bartolozzi e Donatella Cinelli Colombini

La storia inizia nel 1951 a Montelupo. La Vetreria etrusca nasce come Cooperativa Operai vetrai; il padre di Giovanni Bartolozzi, Alfredo, capì l’opportunità di unire la maestria dei vetrai di Montelupo, che purtroppo nel dopoguerra erano disoccupati, con le risorse economiche dei contadini che non volevano far lavorare la terra ai loro figli. Insieme formarono un sodalizio di 23 soci ma dopo qualche mese l’impresa cooperativa era allo sbando. Fu a questo punto che il giovanissimo Giovanni Bartolozzi, iscritto dal padre nella cooperativa, fu nominato presidente e iniziò a guidarla.

Giovanni ha il carattere indomito della madre Claudina personaggio quasi leggendario nella zona, fiascaia analfabeta, grande lavoratrice e accorta amministratrice delle risorse familiari, che sarà poi commemorata dal figlio con la creazione del Museo del Fiasco nella Torre Frescobaldi di Montelupo.

Alla Cooperativa dei vetrai arriva una prima grande commessa di fiaschi e la produzione giornaliera sale a 8.000 pezzi dando slancio alla nuova impresa. Con i soldi guadagnati, Bartolozzi compra gli stampi in modo da rendersi autonomo dai committenti e riesce persino a crearne uno per contenitori superiori a un litro che precedentemente era soffiati a bocca.

E’ la svolta: Giovanni Bartolozzi capisce che deve innovare per battere la concorrenza anche sul piano organizzativo e inizia a cercare come rivestire i vetri proponendo i contenitori finiti direttamente alle cantine senza intermediari.

La ricerca di fiascaie capaci di rivestire a mano, velocemente, con fibre vegetali la base del vetro, si rivela difficilissima. Giovanni Bartolozzi non si arrende e brevetta il sistema per rivestire i fiaschi in modo semiautomatico, poi impianta questa attività in Umbria.

Nel 1958 i vetrai guidati dal Bartolozzi si gettano in una nuova avventura: prendono in affitto una vetreria in liquidazione a Empoli che ha un forno enormemente superiore al loro. Grosso aumento produttivo e cambio di nome della società che diventa Esercizio Vetreria Etrusca. Dopo 3 anni la produzione si è fortemente accresciuta e i nostri tornano a Montelupo comprando un grande forno e ampliando ancora la struttura produttiva. Sono i primi a creare gli articoli di vetro “di fantasia” cioè ornamentali o d’uso domestico.

La storia della Vetreria Etrusca
La storia della Vetreria Etrusca

E’ giusto a questo punto raccontare un episodio storico: nel 1942 Enrico Fermi aveva brindato alla scoperta del reattore nucleare a uranio con un fiasco di Chianti. Vent’anni dopo, nel 1962, la scoperta viene celebrata in California con un brindisi di Chianti contenuto in un fiaschetto della Vetreria Etrusca. I due contenitori vuoti portano le firme degli scienziati presenti e sono esposti in un museo.

Nel 1970 vengono complessivamente prodotti 70 milioni di fiaschi e la Vetreria Etrusca ne realizza una grossa fetta. Verso la fine degli anni ‘70 i soci della Vetreria Etrusca rimangono 10, Bartolozzi li liquida e diventa il proprietario dell’azienda dove e successivamente introduce i suoi figli Andrea, Riccardo e Roberto.

L’azienda esporta sempre di più e si distingue per capacità innovativa sul piano tecnologico e artistico. Nasce il vetro bianco Leonardo, nel 1990 a Parigi l’anno dell’olio viene celebrato con l’immagine del contenitore “tuscia” disegnato, prodotto e brevettato, dalla Vetreria Etrusca. L’azienda crea forme che diventano poi di uso comune come l’orcio in vetro che ora contiene un gran numero di sottoli in ogni parte del mondo oppure Le Carré barattolo con chiusura ermetica per il foie gras.

Giovanni Bartolozzi racconto la storia della Vetreria Etrusca alle Donne del Vino
Giovanni Bartolozzi racconto la storia della Vetreria Etrusca alle Donne del Vino

Lo stabilimento di Montelupo situato nel centro del paese dove è impossibile espandersi, comincia a diventare troppo piccolo per un successo come quello della Vetreria Etrusca. In un primo momento viene acquisto un altro impianto poco distante ma poi arriva una nuova opportunità: ad Altare, in provincia di Savona, c’è un nuovo stabilimento vetrario in vendita. La Vetreria Etrusca l’acquisisce e passa da un forno di 30 tonnellate giornaliere a uno da 120. Nel 2003 anche quello diventa troppo piccolo e viene ampliato con un nuovo forno fusorio per 170 tonnellate. Nel 2009 l’intero stabilimento di Altare viene ampliato e il forno diventa da 220 tonnellate.

La Vetreria Etrusca leader nei contenitori in vetro per distillati, olio, sottoli vuol rientrare nel suo mondo originario, quello del vino. Crea bottiglie in grado di preservare il contenuto catturando i raggi UV e sfonda nel mercato dei vini premium, quelli che hanno bisogno di contenitori personalizzati. Il suo catalogo si riempie di bottiglie con nomi celebri di tutto il mondo.

Il 2005 è un anno importante, viene inaugurata la nuova sede della direzione generale a Montelupo rivestita da 40.000 pezzi di vetro. La missione spaziale Discovery porta nello spazio una minima quantità del vino Sassicaia dentro una piccolissima bottiglia della Vetreria Etrusca.
Il successo continua…. ma il racconto meraviglioso di Giovanni Bartolozzi si conclude con la frase “sono riuscito a fare tutto questo grazie a mia moglie Fernanda e alla serenità che ha portato nella mia vita e nella mia casa”.

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